giovedì 14 gennaio 2016

08.03 Romanzo

Daniel Pennac, in Ecco la Storia, mette in bocca ad uno dei suoi personaggi la seguente considerazione sull’atto di tradurre:
L'autore, Daniel Pennac
“Oh, ma io sono un interprete e un traduttore” avrebbe risposto Manuel Callado Crespo. “Nelle sette od otto lingue in cui navigo correntemente non ho mai incontrato due parole che significhino esattamente la stessa cosa. Non ho alcun merito nell’individuare i sosia: con la caccia alle epsilon io mi guadagno il pane.”11 Per vedere come la questione della traduzione sia entrata perfino nella finzione della narrativa, è interessante anche la seguente riflessione metanarrativa dell’io narrante del libro di Pennac: “È vero ancora che Yasmina Melaouah [la traduttrice di questo romanzo di Pennac; nota dell’autore], Manuel Serrat Crespo, EvelynePasset e alcuni altri dei miei amici traduttori dubitano che “la finestra”, “la janela”, “dasFenster”, “the window” o “la fenêtre” indichino esattamente la stessa cosa, poiché nessuna si affaccia sugli stessi rumori né si richiude sulle stesse musiche”


Pennac D., Ecco la storia, trad. itMélaouah Y., Feltrinelli, 2003

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